Diversity, Gender gap & Lavoro
Perché diversity e gender gap sono temi che restano ancora primari nell’agenda del Centro Studi UNA?
Perché su 101.000 posti di lavoro persi a dicembre, 99.000 erano lavoratrici femminili; perché in una survey i nostri associati hanno dichiarato che la cura della famiglia in situazione di emergenza sanitaria ricade per il 62% sulle donne e per il 38% su entrambi i genitori; perché il tema è ben lontano da una sua soluzione.
C’è anche un’altra questione, non di minore importanza.
Secondo l’ultimo Global Gender Gap Report del World Economic Forum, ci vorranno almeno 257 anni per colmare il gender pay gap. Questo è inaccettabile in una società egualitaria e costituisce non solo una difficoltà per chi la vive, ma rappresenta anche un ostacolo all’entrata per le donne che vogliono affacciarsi al mondo del lavoro, ponendo una barriera psicologica che le priva in partenza di ricchezza e talento.
Per tutte queste ragioni il Centro Studi mette questo tema come prioritario nell’agenda di quest’anno.
Riteniamo infatti che sia un tema rilevante per la nostra industry in quanto ci tocca in almeno due aspetti fondamentali: come aziende che impiegano personale al quale devono poter garantire pari opportunità e come agenzie che hanno molto spesso a che fare con l’ideazione, redazione e creazione di contenuti che veicolati al grande pubblico su tutti i mezzi di comunicazione influenzano l’opinione pubblica.
L’apporto che la nostra industry può dare in termini di cambio di percezione è fondamentale ed è importante non perdere tempo. I prodotti e i contenuti pubblicitari sono sempre più oggetti costruiti per entrare a fare parte delle conversazioni, siano esse fisiche o che avvengano sui social, e contribuiscono a proporre argomenti e discussioni. E in una società dove viene uccisa una donna ogni tre giorni, è evidente che il tema vada sollevato e sostenuto.
Ci troviamo anche in un periodo estremamente favorevole per questo tipo di operazioni: l’emergenza Covid ha sottolineato come le aziende davvero attive nelle comunità possano lanciare messaggi credibili e soprattutto efficaci.
Il Centro studi, grazie all’impegno di Davide Baldi, ha istituito un osservatorio permanente sul mercato del lavoro che monitora, tra gli altri, temi quali l’impiego del personale femminile e gli strumenti di welfare.
Dal lavoro svolto dall’osservatorio emerge che le donne impiegate nel nostro settore sono più degli uomini. Ma se spostiamo lo sguardo a livello dirigenziale, la penetrazione delle impiegate femminili si riduce drasticamente.
Presto partirà la raccolta dati per la quarta edizione dello studio che sarà pubblicata insieme allo studio del 2020 in un’edizione biennale.
Marianna Ghirlanda
Presidente Centro Studi UNA
CEO di DLVBBDO