UNA Racconta

09 Dicembre, 2020
La pandemia ci ha cambiato?

Ha sicuramente cambiato alcune basi della nostra comunicazione nelle interazioni quotidiane.

Quando ci chiediamo “come stai?” non è più come nel lontano 2019, quando la domanda non presupponeva la necessità di una risposta: anche se le cose non andavano bene, era dovuto, per lo meno per educazione, un “tutto bene” generico.

Ora la domanda è tornata ad avere un significato di interessamento sincero, di empatia, di preoccupazione verso il prossimo.

E questo ritorno al vero significato della domanda dobbiamo portarcelo come un “dono prezioso” nel nostro approccio alla comunicazione del domani.

Una comunicazione che deve sempre più ruotare attorno ad un universo valoriale di cura e attenzione verso il prossimo, di condivisione, di sincerità e verità.

Una sincerità che anche i brand devono essere capaci di trasmettere ai consumatori, senza più giocare su falsi perbenismi e atteggiamenti politically correct perché questi schemi comunicativi non funzionano più, soprattutto verso le generazioni più giovani, destinate a diventare il target del mercato nei prossimi anni.

Vogliamo parlare di altri cambiamenti nella nostra comunicazione quotidiana?

Sinceramente, quanti di voi hanno parlato di RESILIENZA prima del marzo 2020?

È capitato anche a voi di sentire vostro padre o vostro nonno parlare di DIGITAL TRANSFORMATION?

Quanti di voi si sono sentiti in imbarazzo per aver usato la parola POSITIVO in modo ingenuo, nel suo significato pre-Covid?

Concludo quindi, augurandovi un 2021 non positivo e nemmeno resiliente, ma sicuramente ricco di soddisfazioni per tutti e che ci consenta di affrontare il futuro in modo nuovo.

“Non aver paura del domani, perché in fondo oggi è il giorno che ti faceva paura ieri” -
Bob Marley.