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Nuovamente assegnato all’agenzia milanese il riconoscimento riservato alle aziende che si distinguono per gli alti standard di sostenibilità e trasparenza. Che in Italia sono ancora troppo poche
La missione di ogni azienda, per definizione, è fare profitti. Ma è pur vero che per raggiungere questo legittimo obiettivo si possono percorrere strade diverse. Green Media Lab è una società di consulenza strategica specializzata nel mondo sport outdoor e lifestyle che da anni ha scelto di impegnarsi per un business responsabile, e che per questo dal 2018 è stabilmente tra le circa 350 aziende italiane certificate B Corporation, riconoscimento riservato solo alle realtà che incorporano nella propria strategia good practices in termini di sostenibilità, rispetto dei valori aziendali e trasparenza.
Ora questa certificazione le è stata da poco riconfermata da B Lab - l’ente no profit che guida il movimento delle B Corp - con l’assegnazione del notevolissimo punteggio di 107,5, contro gli 80,9 raggiunti mediamente dalle altre B Corp sue competitor, oltretutto con un salto in avanti di 23 punti rispetto alla precedente valutazione. Un numero, questo, che somma una serie di punteggi parziali legati a valutazioni su governance, condizione dei lavoratori, community (inclusi i fornitori) e ambiente di lavoro. Ma che ha anche una valenza simbolica per una realtà che il “green” non ce l’ha solo nel nome ma anche nel DNA: 107,5, infatti, è l’identico punteggio ottenuto nel 2012 da Patagonia, il brand che forse più di ogni altro continua ad ispirare le aziende virtuose e che - chiusura di un cerchio ideale - è tra i clienti storici dell’agenzia milanese, dove hanno colto questa coincidenza come un ottimo segno.
Un traguardo che si deve ad una governance illuminata e ad un board e un cda attivo e partecipe, che ha lavorato parecchio sul fronte del rispetto delle diversità e dell’inclusione. Già a gennaio 2025, infatti, l’azienda aveva ottenuto la certificazione UNI/PdR:125 sulla parità di genere che attua in modo rigoroso l’applicazione di policy a tutela di inclusione e trasparenza - garantendo, tra l’altro assunzioni esenti da condizionamenti di genere - dell’equilibrio vita/lavoro e della genitorialità, formalizzando, ad esempio, maggiore flessibilità oraria per le neo mamme.
O, ancora, all’aver valorizzato il percorso di crescita dei talenti, con agevolazioni e incentivi per i lavoratori che desiderano frequentare master di specializzazione scolastica di livello superiore, con i continui corsi interni di aggiornamento e formazione su temi come sostenibilità, I.A., public speaking. Tutto tracciato e rendicontato.
Un altro criterio di verifica ha riguardato l’ambiente di lavoro, che nel loro caso risponde a standard più che elevati. A suo tempo ebbe eco mediatico la notizia che presso la sede italiana di Green Media Lab - che ha anche una sede a Madrid e una rete di collaborazioni internazionali - sia stata installata la prima Fabbrica dell’Aria, una serra da interni con piante tropicali progettata
dallo scienziato botanico di fama internazionale Stefano Mancuso, che le eleva da semplici
elementi decorativi a base tecnologica di un avanzatissimo dispositivo di purificazione dell’aria.
I suoi dipendenti, così come quelli della società partner MagNet, godono inoltre di una serie di benefit che vanno dalla possibilità di portare in ufficio il proprio animale domestico, alla presenza di un distributore di cibi freschi e sani, pensati per il benessere di chi consuma la pausa pranzo in ufficio, a lezioni settimanali gratuite di yoga e pilates, fino alla stazione di ricarica per e-bike. Senza contare che, parlando di sostenibilità in senso stretto, l’azienda è quasi completamente autosufficiente dal punto di vista energetico, grazie all’adozione di un corposo impianto fotovoltaico sul tetto aziendale.
Gli aspetti più rilevanti dal punto di vista di B Lab, tuttavia, sono quelli che riguardano il business model aziendale. Da questo punto di vista l’agenzia si è distinta per il sostegno che dà in modo permamente e documentato a fondazioni, associazioni e categorie di persone vulnerabili attraverso ore di volontariato, attività pro bono, donazioni o mettendo gratuitamente a disposizione i propri spazi per eventi e iniziative, come accaduto in favore di Amnesty International. Infine, è stato inoltre formalizzato l’impegno ad utilizzare almeno per il 50% fornitori locali minimizzando così l’impatto ambientale e contribuendo allo sviluppo economico del territorio.
Una “radiografia” molto accurata, dunque, che posiziona l’azienda fondata e guidata da Daniele Denegri nella parte alta di questa speciale classifica. Così il CEO di Green Media Lab: “Siamo orgogliosi di questo risultato, che premia un impegno e una visione che partono da molto lontano. Per quanto ci riguarda continueremo a lavorare per una governance etica e trasparente, fondata sulla condivisione, la responsabilità e il miglioramento continuo. Far parte del movimento B Corp per noi significa mettere l’impatto positivo al centro del business e contribuire a un cambiamento sistemico nel modo di fare impresa”.
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